Mi sento come un viaggiatore che sa di aver lasciato alle spalle qualcosa di non detto, e questo si è rivelato sotto forma di un dolore stringente e di una infinita tristezza. Mi domando ancora insistentemente che senso possa dare alla propria vita, quali gli ideali necessari per sentirsi ancora vivi e propositivi dopo che quel castello di idee e ideali in cui abbiamo creduto totalmente o in parte è crollato e nella polvere delle sue macerie stiamo osservando dissolversi i nostri sogni. La mia generazione credeva nella possibilità di costruire una società di uomini liberi, dove il senso dell’uguaglianza potesse sopraffare le ingiustizie e dove l’uomo avrebbe potuto esprimersi liberamente.