Internazionale

[...Il Chiapas è sinonimo di emarginazione estrema, politiche genocide del neoliberalismo, ribellione per una giusta causa. Ancora oggi il Chiapas è sinonimo di resistenza contro il neoliberalismo e le sue azioni di saccheggio, e di rifiuto della tradizionale avversione contro i popoli indigeni. La rivolta dell'Ezln e il suo discorso- o l'insieme dei testi del subcomandante Marcos- hanno fatto sì che venisse riconosciuto nel giro di poco tempo il razzismo diffuso nella società e nel governo del Messico. Quando parlo di razzismo non mi riferisco solo all'evidente disprezzo di cui gli indigeni sono vittime da sempre, perché giudicati"incapaci di integrarsi nella civiltà" e "un peso morto del Messico". Ma mi riferisco anche all'odio per le tracce che hanno lasciato nell'unificazione nazionale e per il rapporto evidente tra la loro origine (il colore della pelle) e il loro destino (l'esclusione dalle metropoli).

Ma la situazione nel Chiapas non cambia. Non cambia l'atroce miseria causa di morte-anche se ormai esiste la speranza e la certezza di poter risvegliare l'attenzione internazionale. Qual'è il contributo dell'Ezln e di Marcos? È difficile rispondere dal Messico. Più di ogni altra cosa hanno creduto nella volontà dei più emarginati, dimostrando che è possibile lottare per una vita dignitosa, e hanno coniato parole d'ordine importanti come "comandare ubbidendo", e tesi in difesa dell'autonomia].

Carlos Monsivais