Sembra non avere fine il progetto idraulico più colossale del mondo, quello della gigantesca diga di Sardar Sarovar nel Gujarat, (30 grandi dighe, 135 medie e 3000 piccole) definito dalla scrittrice indiana Arundhati Roy «il più grande disastro ambientale pianificato». Incominciato nel 1961 con il presupposto di «spegnere la sete di milioni di uomini» e di essere «l’ancora di salvezza» del Gujarat, quello che oggi è diventato il bacino della diga e il suo allegato Wonder Canal, si è trasformato in un incubo per le centinaia di migliaia di famiglie già costrette ad andarsene e che attendono ancora una equa sistemazione, e per quelle che oggi si sentono minacciate da un ulteriore estensione della diga. Si prevede che in totale a lavori ultimati, per il progetto Narmada più di un milione di persone saranno state evacuate, centinaia di migliaia di ettari di foresta sommersi, altrettanti ettari di terre fertili e coltivabili allagate, interi villaggi innondati assieme a siti archeologici e antichi templi indù.
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